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San Saba, denominato anche “piccolo aventino” è il ventunesimo rione di Roma e si trova al margine del grande polmone verde e archeologico del complesso Terme di Caracalla, Circo Massimo e Palatino. Prende il nome dal monastero e dalla relativa chiesa che furono per secoli l’unica presenza abitata dopo la caduta dell’Impero. San Saba nasce perché attorno al VII secolo alcuni eremiti s’insediarono qui, sulle rovine di quella che era stata la caserma dei vigili, collocata in un luogo da cui si poteva dominare una gran parte del territorio sudest della città. Verso l’VIII secolo vi si stabilirono monaci orientali provenienti dalla comunità fondata a Gerusalemme da San Saba e vi istituirono un monastero che nel IX secolo era considerato il più importante della città e dal quale si irradiava una vivace attività diplomatica verso Costantinopoli e il mondo barbarico. Il monastero divenne col tempo assai ricco; la sua proprietà passò nei secoli dai benedettini ai cluniacensi ai cistercensi e dal 1573 al Collegio Germanico Ungarico retto dai Gesuiti che lo tiene ancor oggi. Ancora all’inizio del 1900 la chiesa e il monastero di San Saba erano in piena campagna ma con il primo piano regolatore di Roma del 1909 questo quartiere fu inserito dentro le mura come nuovo rione popolare. Tra il 1907 e il ‘14 furono realizzati dall’Istituto Case Popolari, fra la chiesa e le mura, 10 lotti di edilizia residenziale destinati alla piccola borghesia impiegatizia. Il rione fu progettato, come le case popolari di Testaccio, dall’allora giovane Quadrio Pirani e le strade alberate ebbero nomi di grandi architetti, tra cui Gianlorenzo Bernini, Francesco Borromini, Palladio e il Bramante. Oggi, situato in cima ad un cucuzzolo, il rione è percorso da salite e scalinate che digradano verso le mura o verso il sottostante Testaccio. Quelle che erano le case popolari sono villini bifamiliari con il giardinetto e palazzine non più alte di 4 piani, con appartamenti luminosi e cortili spaziosi, ognuna rivestita di una cortina di mattoni dello stesso colore di quella antica della chiesa e delle mura. Piazza Bernini è il cuore di questo piccolo Aventino e su di essa si affacciano la chiesa e il piccolo parco con la fontanella e le panchine; la mattina si svolge il mercato del quartiere. In zone come questa si respira l’aria di Roma degli anni ’20, essendo a metà strada tra il paesino rurale e il modello delle case operaie inglesi (mattoncini, giardinetti, aree comuni) dove Il verde, ancora dominante, regala l’illusione di essere lontani dalla città. Un rione facilmente collegato con le zone limitrofe, con un’ampia offerta di servizi ideale per il vivere quotidiano. Ideale per una famiglia che vuole crescere dei bambini in una zona più verde di Roma, con ampie offerte scolastiche e per il tempo libero familiare. Nello stesso tempo giusta per giovani che non amano il caos cittadino giornaliero, ma che sono distanti circa 15 minuti dal centro città, collegata con mezzi pubblici. CONFINI Porta San Sebastiano – via di Porta San Sebastiano – via di Valle delle Camene – piazza di Porta Capena – viale Aventino – via Manlio Gelsomini – via Marmorata.


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